Sono state 4.668 le domande di emersione e regolarizzazione degli immigrati irregolari presentate a Bergamo in base al Decreto Rilancio, su un totale di 50mila raccolte in tutta la Lombardia. Diventano 4.756, se si considerano le richieste di rilascio di permesso di soggiorno temporaneo (cosiddetto “comma 2”). Per quanto riguarda i lavoratori emersi, 4.575 sono lavoratori domestici e 93 lavoratori agricoli. Ora, al datore di lavoro che ha presentato istanza tocca aspettare la chiamata della Prefettura o procedere alla stesura di un vero e proprio contratto.
“Di fatto, dunque, la sanatoria voluta per limitare lavoro nero e caporalato tra i braccianti ha invece riguardato soprattutto colf e badanti – sottolinea Candida Sonzogni, della segreteria Cisl Bergamo – La nostra esperienza di questi anni a Bergamo, di fatto, è sempre andata in questa direzione, perché moltissime erano le richieste da parte delle famiglie. E a maggior ragione, oggi, in emergenza sanitaria ancora non finita, l’esigenza di tutela reciproca si fa ancora più marcata”.
“Un intento, quello della regolarizzazione ed emersione dei rapporti di lavoro, – continua Sonzogni – che va certamente nella direzione giusta, ma che nella pratica si è concluso con una risposta parziale alle vere esigenze del mercato del lavoro. Escludendo chi opera in settori diversi, come per esempio l’edilizia e la ristorazione, l’opera del decreto ha lasciato tuttora esposti al rischio di sfruttamento, mancanza di tutele e diritti, moltissimi lavoratori stranieri irregolari. Quello che ora servirà con urgenza sarà ottenere un provvedimento capace di riscrivere le regole sulla immigrazione, sulla cittadinanza e sulle procedure per l’accesso al diritto d’asilo: auspichiamo un concreto atto di coraggio da parte della politica che vada oltre i provvedimenti estemporanei di emersione”.
Dal particolare punto di osservazione di Anolf Cisl Bergamo (il servizio che si è occupato di raccogliere le domande di emersione) si rileva che le domande sono state fatte per il 61% da donne, provenienti per lo più da Ucraina (39%), Senegal (14%), Marocco (10%) e Bolivia (6%). Solo nel 20% dei casi, il datore di lavoro è straniero. Il 36% del totale delle domande ha riguardato l’emersione di badanti. Di questi, l’85% aveva all’atto della domanda un contratto a tempo pieno per 54 ore settimanali. Il 62% delle domande ha riguardato l’opzione Colf, con prevalenza di contratto a 25/30 ore.