Caso diamanti IDB. Ammissione al passivo delle domande risarcitorie

Caso diamanti IDB. Ammissione al passivo delle domande risarcitorie

Il  fallimento della IDB, il più grande gruppo italiano di compravendite di diamanti d’investimento finito in bancarotta l’anno scorso,  ha provocato un bagno di sangue. Nell’udienza tenutasi lo scorso 17 giugno, il Giudice Delegato Alida Paluchowski ha accolto e fatta propria la proposta del curatore, l’avvocato Maria Grazia Giampieretti.  

Giunto al termine dell’esame delle domande tempestive relative alle richieste risarcitorie e considerato l’elevato numero delle stesse, di quelle tardivamente pervenute e di quelle che presumibilmente perverranno, ha proposto, al solo scopo di contenere il numero delle eventuali opposizioni allo stato passivo e dunque per sole ragioni di economia processuale, l’ammissione in via transattiva al passivo del fallimento delle domande risarcitorie in via chirografaria nella misura del 15% del valore di acquisto dei diamanti, fermo restando la restituzione dei beni lasciati in custodia presso la Società fallita.

Ricordiamo a tale proposito che le domande di rivendica dei diamanti non sono soggette a nessun termine riguardo la presentazione ed è sempre possibile farle pervenire al curatore.

L’ammissione al passivo è però condizionata alla verifica da parte della curatela che l’istante non abbia già ricevuto da parte della banca l’integrale risarcimento, ovvero l’integrale restituzione del prezzo versato per l’acquisto dei preziosi (che però non riguarda BPM che ha erogato solo una percentuale), nel caso in cui, invece, il risarcimento offerto in via transattiva dalla banca consista in una percentuale del prezzo d’acquisto, la proposta di ammissione in via transattiva formulata dalla curatela nella misura del 15% del corrispettivo versato per l’acquisto dei diamanti si sommerà alla quota di risarcimento offerto dalla banca, purché tale somme non superi l’importo originariamente pagato per i diamanti.

La prossima udienza, in cui sarà dichiarata l’esecutività dello stato passivo, è prevista per il 3 novembre 2020. Per chi non ha ancora  insinuato il proprio credito  è necessario far pervenire domanda di insinuazione al passivo al fallimento entro la fine di settembre. L’accettazione della transazione che sarà proposta comporterà l’iscrizione del credito al passivo  con conseguente rinuncia all’opposizione dello stato passivo e ad ogni ulteriore pretesa.


I NOSTRI ASSOCIATI SARANNO ASSISTITI DA  ADICONSUM PER L’INOLTRO DELLA DOMANDA

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