Contro il coronavirus indispensabili subito più test e tamponi

Mario Gatti, segretario organizzativo di Cisl Bergamo, esprime tutta la perplessità rispetto a scelte che coinvolgono migliaia di famiglie, imprese e lavoratori in relazione alle disposizioni in materia di prevenzione contro il coronavirus. “Appare incomprensibile la scelta di ATS e del CRS di attendere le DGR regionali per attivare campagne di screening della popolazione. La motivazione è che le DGR dovrebbero fornire linee guida più certe e superare i dubbi e le variabili che oggi non permettono di fornire indicazioni chiare. È vero che ci sono dubbi rispetto all’attendibilità dei test sierologici, ma anche i tamponi sono una fotografia certa del momento in cui la persona viene sottoposta all’esame, ma non danno nessuna garanzia rispetto alla possibile evoluzione in positività, in caso di esito negativo, nei giorni successivi al test”.

Con le modalità del propagarsi dell’infezione – continua Gatti – il fattore tempo non è una variabile indipendente, ma anzi è prioritario intervenire immediatamente al fine di poter conoscere la reale situazione delle persone che sono entrate in contatto con il virus e poter cosi isolare e contenere la diffusione”.

Permettere una ripresa delle varie attività senza un controllo rischia di essere causa di facilitazione dell’attivazione di nuovi focolai di infezione, sostiene il segretario Cisl Bergamo, e con essa il ritorno di misure restrittive che in questo caso sarebbero davvero devastanti sia per l’economia delle nostre valli, sia per i livelli relazionali già fortemente provati con le chiusure che stanno terminando.

Le conseguenze della gestione dell’emergenza sanitaria in atto e l’esigenza di procedere ad una pronta ripresa  delle attività imprenditoriali e dei servizi socio-sanitari  – riprende Gatti – richiederebbero, per la garanzia della sicurezza di tutti, la messa in atto di una serie di azioni di screening che favorirebbero una maggiore conoscenza delle reali entità dell’infezione presso la popolazione. Parecchi enti locali erano già pronti ad attivare campagne di somministrazione di test sierologici per la propria cittadinanza, ma l’indicazione di ATS è stata che tali campagne non potevano essere attuate se non alla conclusione della campagna epidemiologica in atto”.

La campagna epidemiologica di ATS è rivolta alle persone in sorveglianza attiva, quelle positive e che avevano avuto contatti diretti con persone positive. “La scelta migliore – conclude Gatti – è invece la somministrazione di test sierologici e, nel caso di positività, procedere alla somministrazione del tampone. Su un’operazione del genere non è possibile attendere i tempi della burocrazia, ma andrebbero fatte scelte immediate per favorire il ritorno alle proprie attività personali in modo sicuro, evitando così di tener chiusi servizi fondamentali, quali scuole, servizi socio-sanitari e altro…, al fine di favorire anche una conciliazione dei tempi lavorativi con i tempi di cura familiare. E questo sarebbe possibile farlo anche contenendo i costi a carico della collettività, vista la disponibilità di aziende e singoli cittadini di sostenere direttamente la spesa”.

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