Bergamo: i dati produttivi negli ultimi tre mesi del 2019

Bergamo: i dati produttivi negli ultimi tre mesi del 2019

Sul sito della Camera di Commercio di Bergamo sono stati pubblicati i  dati produttivi relativi al quarto trimestre 2019.  Le imprese industriali bergamasche con almeno 10 addetti evidenziano una variazione ancora negativa (-0,6% rispetto allo stesso periodo del 2018), ma di entità inferiore rispetto a quelle registrate negli ultimi due trimestri; per le imprese artigiane con almeno 3 addetti si conferma invece il ritmo di crescita del terzo trimestre (+1,7%).

Se analizziamo l’andamento dell’indice destagionalizzato lungo tutto il 2019, si evidenzia una prima parte dell’anno caratterizzata da una flessione della produzione, seguita una seconda metà dell’anno in ripresa, recupero che si è rivelato più intenso nell’artigianato piuttosto che nell’industria. La variazione media del 2019 rimane infatti negativa per le imprese industriali (‑0,9%), mentre risulta pari al +1,2% per quelle artigiane: in entrambi i casi si tratta comunque di un peggioramento rispetto ai ritmi di crescita registrati nel triennio 2016-2018.

Anche dalle aspettative espresse dalle imprese industriali emerge qualche timido segnale positivo: gli imprenditori sembrano sperare che la frenata del commercio internazionale, il cui impatto negativo si è fatto sentire su una manifattura bergamasca sempre più integrata nelle catene internazionali del valore, possa essere lasciato alle spalle. Si tratta però di valutazioni espresse prima che la diffusione del coronavirus sollevasse nuovi dubbi sull’evoluzione degli scambi mondiali.

L’industria bergamasca, nonostante il miglioramento evidenziato, per il 2019 mostra una variazione della produzione inferiore a quella lombarda (+0,2% il dato medio annuo regionale): la specializzazione in settori particolarmente esposti al calo degli investimenti internazionali, come i macchinari, ha probabilmente penalizzato le imprese bergamasche. L’indice della produzione industriale provinciale, calcolato ponendo pari a 100 il livello medio del 2010, risale leggermente nel quarto trimestre, portandosi a quota 106,9: si tratta comunque di variazioni esigue, che sembrano al momento delineare una stabilizzazione dei livelli produttivi piuttosto che una ripresa vera e propria.

La battuta d’arresto evidenziata dalla meccanica è sicuramente una delle cause delle difficoltà vissute dall’industria bergamasca nel 2019, mentre tra i settori più rilevanti che hanno contribuito positivamente si annoverano gli alimentari, la chimica e la gomma-plastica.

Il fatturato, dopo il calo del terzo trimestre, torna a crescere significativamente negli ultimi tre mesi dell’anno (+3,5%), portando la variazione media del 2019 al +1,3%: benché questo dato incorpori l’effetto dei prezzi, è anche un segnale della capacità delle imprese bergamasche di spostarsi su produzioni a maggior valore aggiunto.

Il dato sugli ordinativi evidenzia una rinnovata vivacità della domanda estera (+2,2% nel quarto trimestre), mentre la variazione per gli ordini provenienti dal mercato interno rimane negativa
(-2%), pur in miglioramento in confronto al trimestre precedente.

Il numero di addetti risulta in lieve calo negli ultimi tre mesi dell’anno (-0,1% il saldo tra inizio e fine trimestre), mostrando come la tendenza alla crescita occupazionale in corso dal 2015 si sia arrestata nella seconda parte del 2019, probabilmente per effetto del prolungarsi della fase di stagnazione produttiva.

Le aspettative degli imprenditori sembrano interrompere il processo di deterioramento avviato nel 2018, almeno per quel che riguarda produzione e domanda estera; non si registrano miglioramenti invece per quanto riguarda le previsioni occupazionali.

L’artigianato manifatturiero provinciale conferma una performance più brillante rispetto alla media regionale, che nel 2019 ha evidenziato un ritmo di crescita della produzione pari alla metà di quello riscontrato a Bergamo (+0,6%). L’incremento negli ultimi tre mesi dell’anno porta l’indice della produzione provinciale a quota 104,4, superando i livelli raggiunti a fine 2018. Nel quarto trimestre rallenta invece la dinamica del fatturato (+0,2%), ma tale risultato non impedisce di raggiungere un incremento medio annuo del +2,8%, in ulteriore miglioramento rispetto al dato del 2018. Più marcato il peggioramento registrato dagli ordini interni (-2,9% il dato trimestrale), nonostante anche in questo caso la variazione annua rimanga positiva (+1,1%), mentre l’occupazione rimane sostanzialmente stabile (saldo trimestrale pari a +0,1%) dopo due periodi positivi. Nonostante i buoni risultati sul fronte produttivo, le previsioni degli imprenditori artigiane restano orientate al pessimismo.

Le imprese bergamasche dei servizi, fino ad ora immuni al rallentamento che ha colpito la manifattura, evidenziano una battuta d’arresto del fatturato nel quarto trimestre (+0,2%). Il risultato medio del 2019 rimane comunque largamente positivo (+2,2%) e in linea con quanto registrato nel 2018.

Negli ultimi tre mesi del 2019 risulta invece ancora significativa la crescita del fatturato delle imprese del commercio al dettaglio (+1,1%), nonostante sia meno intensa rispetto a quella del trimestre precedente. La media annua, pari al +0,8%, mostra una svolta positiva dopo il calo registrato nel 2018. 

Il rallentamento della produzione industriale, soprattutto la metalmeccanica, – precisa Francesco Corna, Segretario generale Cisl Bergamorisente principalmente delle dinamiche di incertezza internazionali, ma mette anche in  evidenzia  la debolezza della crescita economica del nostro paese che da anni è fanalino di coda europeo nella crescita economica. Così,  anche la nostra provincia risente di questo dato generale, pur essendo il tessuto industriale diversificato con settori che nel complesso vanno meglio di altri, ma l’economia ristagna e l’occupazione è in leggero calo.”

Occorre sostenere – conclude Corna – la ripresa favorendo lo sblocco delle opere già finanziate, far ripartire  investimenti pubblici in infrastrutture, come porti e viabilità, che sono la condizione indispensabile per favorire un’ulteriore fase di sviluppo che ci permetta di allinearci con gli altri paesi europei.

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