Giorgio Caprioli racconta i suoi anni alla Fim nazionale

Giorgio Caprioli racconta i suoi anni alla Fim nazionale

Al Consiglio generale della Fim Cisl Bergamo, organizzato oggi alla Muratella di Cologno al Serio, è stato presentato il libro “Roma non mi piace” (edizioni Teramata) di Giorgio Caprioli, segretario regionale della Fim Cisl Lombardia a partire dal 1988 e poi della Fim Nazionale nel 1992 divenendo generale nel 1999. “Come Fim e Cisl Bergamo – ha introdotto la giornata Luca Nieri, segretario generale Fim Cisl Begamoabbiamo deciso di dedicare questo nostro Consiglio alla storia della nostra organizzazione presentando un libro che Giorgio Caprioli (bergamasco verace che ama la sua Bergamo) ha scritto. Un libro che narra 17 anni della storia della Fim“. Ne emerge il ritratto di una “persona franca e umile. Un uomo che sempre ha offerto il suo impegno come esempio di militanza“. In queste pagine Caprioli ricorda le sue “conquiste”: la tutela del valore dell’autonomia, il primo accordo senza la Fiom, il riparto automatico e l’essere europeista (aspetto oggi di grande attualità). “Tutte storie – ha continuato Nieri – che bisogna ricordare, non ultimo il fatto che grazie a Giorgio si è costruita l’identità della Fim“. 

Oltre a Cisl e Fim Bergamo, protagonista organizzativo della giornata è stato Bibliolavoro. “Un’occasione di confronto e di riflessione sul nostro modo di essere e di fare sindacato – ha rimarcato il Presidente Ferdinando Piccinini -. Nei ragionamenti espressi da Caprioli nel libro non si fa nessuno sconto. Emerge la capacità di guardarsi criticamente rispetto al proprio operato. Si comprende leggendo queste pagine come il ruolo sindacale sia sempre chiamato ad interpretare i tempi, di lasciarsi provocare mettendosi sempre in discussione cercando nuove e originali scelte d’azione in tutela di chi rappresentiamo“. 

Ho voluto far emergereha raccontato l’autore – la storia dell’organizzazione attraverso la testimonianza di persone che l’hanno vissuta. Ho inserito gli episodi più significativi che io ricordavo meglio”. Il ricordo più marcato è quello per Sergio D’Antoni, Segretario Generale della Cisl dal 1991 al 2000. Ha sempre dato prova di grande correttezza e di stile, caratteristica che un Segretario generale deve sempre avere“. Tre linee di condotta, susseguenti una all’altra, hanno contraddistinto l’azione di Caprioli: il pensare con la propria testa, il dire quel che si pensava e il fare quello che si diceva. Infine Caprioli, ha voluto rettificare quanto ingiustamente viene a volte veicolato nei libri relativi alla “casta”. “Smentisco le dicerie di chi vede i sindacalisti come dei privilegiati. La vita di un sindacalista (in fondo al libro viene dettagliata la sua giornata tipo) è fatta di sacrifici che si ripercuotono sulle relazioni personali. E’ una vita di molte rinunce e il guadagno in termini di reddito è basso in rapporto a quello che si fa“. 

Cuore della mattinata è stato l’intervento di Ivo Lizzola (Università di Bergamo) che ha curato la postfazione del volume: “Leggendo le pagine di Caprioli sono stato colpito dalla sua forza e dalla sua utilità formativa. Mi sono chiesto che cosa si è giocato Giorgio in questa esperienza di vita nell’essere un uomo che cerca la verità. Se un sindacalista non si chiede, come ha fatto Caprioli, con una certa continuità chi sta diventando, a decidere sarà la recita del ruolo secondo le modalità correnti”. “Si comprende – ha continuato Lizzola – come il consenso non vada costruito per adattamento, ma con franchezza, discussione e ascolto in un cammino di ricomposizione delle diversità. Il sindacalista si cura del futuro degli altri nella fatica della relazione”. Per Lizzola, il libro è interessante perché emerge, nell’azione di Giorgio, il perseguire nella contrattazione il raggiungimento di condizioni che portino ad una pienezza di vita che non si declina con una maggiore capacità di consumo ma con elementi di maggiore felicità esistenziali e relazionali. C’è poi in Caprioli il senso di una restituzione, non di una conquista di un potere. Una restituzione che ha un prima (nel momento del maggior incarico) e di un dopo (quando l’incarico termina) e si declina con una “semina” per le nuove generazioni. 

Molti gli operatori e delegati Fim che sono intervenuti condividendo un riscontro positivo dopo la lettura del libro. Si è detto di come le decisioni di Caprioli abbiano rappresentato una svolta epocale nella vita dell’organizzazione e che sia dovere di ogni giovane sindacalista conoscerle per indirizzare la sua azione. Si è parlato di come il suo entusiasmo e la sua intelligenza siano un’eredità ancora viva in molti sindacalisti che vengono dalla sua scuola. “Soprattuttoha rimarcato Valentino Gervasoni, già Segretario Generale Fim Cisl Bergamo–  la passione per lo studio e la formazione“. Si è evocata, infine, “la forza gentile” di Caprioli dove le idee – quelle solide e trasparenti – non hanno bisogno di soverchiare nessuno per essere condivise. 

Candida Sonzogni, Segretaria Cisl Bergamo ha detto di essere stata molto colpita, nei prima anni del suo impegno sindacale, dal lavoro che Caprioli aveva costruito alla “Dalmine” sulla valutazione della professionalità sul lavoro. “Per me – ha detto Sonzogni – è stato vedere applicato concretamente tutto ciò che avevo studiato. Detto questo, dentro il libro emerge anche la tenerezza straordinaria di Giorgio nei confronti del proprio lavoro, delle persone che ha incontrato , e della propria famiglia. Per questo penso che il libro di Giorgio – che spero venga diffuso il più possibile – possa essere motivo di ispirazione per i giovani uomini e le giovani donne che si avvicinano al sindacato”. 

Alla tavola rotonda, organizzata per riflettere sul libro di Caprioli, ha partecipato Angelino Faccoli, Segretario Fim Cisl Bergamo dal 1995 al 2004. “Parlare di Giorgio significa anche parlare anche dell’eredità morale trasmessa da suo padre Leonardo, presidente nazionale degli Alpini dal 1984 al 1998. Ci sono poi gli aspetti caratteristi di Giorgio: curare l’organizzazione per migliorarla, la motivazione, la ricchezza valoriale, la mission di essere protagonisti nell’impegno e il camminare con entusiasmo sui contenuti”.

Andrea Donegà, Segretario Generale Fim Lombardia ha letto tre volte il libro. “Ha contribuito in maniere determinante a creare l’identità della Fim che stiamo consolidando in questi anni. Poi mi ha colpito la grande umiltà di Giorgio che dopo il mandato nazionale si rimette in discussione aiutando le giovani leve del sindacato che chiedevano di sapere qualcosa in più“. 

Ha concluso la mattinata Francesco Corna, Segretario Generale Cisl Bergamo: “Ho conosciuto Giorgio recentemente quando è tornato a occuparsi di formazione per la Cisl Bergamo. Dopo essere stato ai massimi livelli dell’organizzazione della Fim non ha mostrato remore ad ascoltare con pazienza giovani operatori che arrivano e raccontavano le loro vicissitudini. Senza mai porsi sopra come qualcuno che ne sa di più ma sempre aiutando le persone a crescere. Una caratteristica che la Cisl ha nel suo Dna quando parliamo di formazione. Apprezzo poi di Giorgio il suo essere testimone di coerenza tra ciò che si pensa e ciò che si fa”. 

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