Danilo Mazzola, segretario provinciale della Cisl Bergamo, presenta il resoconto dell’azione contrattuale delle categorie bergamasche nel 2018. Una fotografia che in modo puntuale evidenzia il bisogno di tutela e di attenzione alle necessità che le persone vivono nei propri luoghi di lavoro. In un anno sono stati sottoscritti 102 Premi di Risultato in altrettanti realtà economiche del territorio, coinvolgendo oltre 10.000 lavoratori. Il settore più interessato è stato quello meccanico, con la FIM che ha prodotto 40 accordi. Viene poi, il chimico – tessile (25 i contratti di secondo livello sostenuti da FEMCA) e il commercio (con i 15 Premi di Risultato avallati dalla firma di FISASCAT).
In 15 di questi accordi è previsto un parametro legato alla sicurezza e 22 accordi prevedono la presenza come metodo distributivo. Il livello economico dei premi sottoscritti, varia da un minimo di 300 euro a un massimo 2.700 euro con una media attorno ai 1.200/1.500 euro. In 10 accordi è stato introdotto e migliorato il valore dei buoni pasti, da un minimo di 2,50 euro giornalieri a 7,50 euro legati alla presenza. Per quanto riguarda la parte relativa al Welfare aziendale, in 37 accordi è prevista la possibilità di trasformare parte o tutto il premio di risultato in beni e servizi. Tra questi, in 7 accordi è prevista una seconda opzione con la possibilità di versare il premio maturato anche nei fondi pensioni contrattuali.
In 19 accordi è prevista una quota fissa di welfare versata presso le piattaforme dedicate (da un minimo di 100 a massimo 500 euro) o direttamente forniti dall’azienda sotto forma di buoni spesa o benzina (minimo 100 euro, massimo 250 euro) . La conciliazione “vita-lavoro” entra in tre accordi provinciali, grazie ai quali è stato introdotto il lavoro agile (Heineken, Schneider e Cifa).
Quattro accordi aziendali hanno previsto l’ampliamento del part-time andando a migliorare le percentuali previste dai ccnl. In 12 accordi si introducono giorni o ore aggiuntive (rispetto alla legge) di permesso retribuito per la nascita figli o per malattia dei figli e visite mediche (da un 1 a 6 giorni e da 4 ore a 12 ore annue). Altri 6 accordi hanno incrementato l’indennità relativa ai congedi parentali (maternità e paternità ex facoltativa) portandoli per un mese al 50%, 60%, 70%, 80% del proprio salario (in 5 casi) o un aumento del 10% per tutti i 6/7 mesi (1 caso). Infine, sei accordi prevedono l’introduzione delle “ferie solidali”, che possono essere donate a colleghi in condizione di necessità per l’assistenza dei figli con particolare problemi di salute.
“I 102 accordi sottoscritti – analizza i dati Mazzola – hanno sviluppato una contrattazione “su misura” che con molta concretezza e attenzione si è sviluppata su diversi aspetti. Oltre alla parte economica, molto importante e legata all’andamento aziendale, sempre di più si sta sviluppando l’attenzione anche alla qualità di vita delle persone e delle proprie famiglie, con l’introduzione di aspetti importanti che riguardano welfare e conciliazione vita lavoro. Penso che la soddisfazione migliore, dopo anni di crisi vissuti anche nella nostra provincia, per un sindacato che ha come compito primario l’attenzione ai bisogni delle persone sia quello di sviluppare il proprio impegno in una contrattazione il più vicino alla stesse. Altro aspetto importante: questa contrattazione si è sviluppata soprattutto in realtà medio piccole, dove la rappresentanza e la tutela dei lavoratori spesso è difficile da perseguire”.