In sciopero i lavoratori del Comune di Fara Gera d’Adda

In sciopero i lavoratori del Comune di Fara Gera d’Adda

Lavoratori e sindacalisti della funzione pubblica di CGIL e CISL si sono ritrovati per l’ennesima volta fuori dal municipio di Fara Gera d’Adda per protestare contro l’immobilismo dell’amministrazione che non ha ancora ripreso le trattative e avviato i concorsi per risanare la pianta organica.  Le condizioni di lavoro dei dipendenti negli ultimi 4 anni, infatti, sono diventate insostenibili: il numero dei lavoratori è sceso da 30 a 19, nonostante una popolazione di 8000 abitanti garantirebbe uno standard di personale di 50 lavoratori.

Nel frattempo, i servizi da rendere alla cittadinanza e le incombenze burocratiche derivanti dall’emanazione di leggi nazionali e regionali sono aumentati; le figure di responsabilità dei servizi di Polizia Locale e Finanziario non sono state ancora sostituite con personale addetto e correttamente preparato. Questo ha naturalmente creato instabilità e insicurezza nei dipendenti nel normale svolgimento delle loro funzioni, che tuttavia sono state pienamente eseguite, anche se si sono ritrovati senza figure di riferimento stabili e competenti. Tutte condizioni che ricadono sulla cittadinanza, con riduzione delle aperture degli uffici.

A ciò si aggiunge il mancato rinnovo dei contratti decentrati 2017, 2018 e 2019 oltre che il pagamento degli incentivi 2016 su cui è anche stata emessa una sentenza del giudice del lavoro di Bergamo e una vertenza penale ancora aperta a carico del sindaco Pecis. “In questi ultimi mesisi legge nel documento unitario di CISL FP e FP CGIL -, i dipendenti del comune di Fara Gera d’Adda si sono adoperati in tutti i modi per evitare la ripresa dello stato di agitazione proclamato di CGIL e CISL, nell’assoluta convinzione che un accordo mediato, in cui non ci siano né vincitori né vinti, andasse nell’interesse delle parti”.

“Si è tentata –  concludono le sigle di CGIL e CISL – una mediazione davanti al vice-prefetto, conclusa con un accordo di sospensione temporanea dell’agitazione per dare tempo all’amministrazione di produrre gli atti dovuti, ma la scadenza del termine previsto non è stata rispettata e quindi ci ritroviamo a scioperare per tutelare i nostri diritti. Eppure le condizioni essenziali per evitare il protrarsi dello stato di agitazione erano molto semplici: la ripresa delle trattative contrattuali ”.

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