Esordio flop a Bergamo per il decreto dignità

Gli ultimi mesi del 2018, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, hanno visto per l’occupazione permanente a Bergamo, un saldo negativo di ben oltre 2000 unità, per niente addolcito dal buon exploit dell’apprendistato, sempre in crescita e con un saldo positivo tra assunzioni e cessioni di quasi 1600 posti. “Questo – precisa Danilo Mazzola, segretario Cisl Bergamo – evidenzia che il lavoro stabile non si crea con decreto legge, ma con investimenti in ricerca, formazione e sviluppo delle competenze in modo da creare lavoro professionalmente spendibile in un mercato del lavoro in continua evoluzione. Inoltre, la diminuzione dei lavoratori in somministrazione è l’ennesimo segnale di una economia che ha rallentato in modo significativo”.

La lettura dei dati dell’ultimo semestre 2018, non segna infatti alcun picco imputabile al Decreto Dignità: “I lavori flessibili, anzi, crescono di 1000 posti nel solo ultimo trimestre. Quello che paga dazio è il lavoro somministrato o a progetto, che con l’entrata in vigore del decreto Di Maio, perde oltre 125 contratti”. Diverso l’apporto che può dare la contrattazione, dove possibile. Negli ultimi mesi, infatti, le categorie della Cisl Bergamo sono riuscite a “strappare” alcuni accordi di “prossimità” che hanno permesso di salvare l’incarico a una cinquantina di lavoratori e la stabilizzazione di una decina per il primo periodo dell’anno e altri nel prosieguo. FIM, FEMCA e FISTEL (nei settori meccanico, tessile e grafico) stanno lavorando per poter arrivare alla firma di altri accordi che potrebbero stabilizzare un centinaio di posti di lavoro.

La contrattazione  – sostengono i segretari di categoria – sta cercando di trovare rimedi a una situazione che rischiava di diventare drammatica, data anche la contingenza economica e le incertezze occupazionali che questa genera”.


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