Quella “Bella Addormentata” della Sanità Privata

Le lavoratrici e i lavoratori della Sanità Privata aspettano da 13 anni il rinnovo del loro Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. Le trattative con le associazioni datoriali di ARIS (Associazione Religiosa Istituti Socio-Sanitari) e AIOP (Associazione Italiana Ospedalità Privata) sono aperte da circa un anno e procedono con una lentezza innaturale e pretestuosa: la conclusione delle trattative e la firma tardano ad arrivare. Nella sola Lombardia, la Sanità Privata eroga il 47% delle prestazioni convenzionate dal Servizio Sanitario Regionale; un’attività importante e non marginale. Durante tutti questi lunghi anni, i Servizi di Diagnosi e di Cura sono sempre stati garantiti. A ogni lavoratrice e a ogni lavoratore sono sempre stati chiesti “sforzi” in più, e i carichi di lavoro sono aumentati vertiginosamente. Nel frattempo le aziende hanno investito prevalentemente sulle strutture con ammodernamenti, ampliamenti, nuovi acquisti e, in alcuni casi, nuovissime costruzioni all’avanguardia.

Oggi, lunedì 21 gennaio, FP CGIL, CISL FP e UILFPL sono presenti insieme, al Policlinico San Pietro, con un Presidio per fare cadere l’attenzione su queste lavoratrici e questi lavoratori dimenticati, in primis dalle loro Aziende e dalle Associazioni che le rappresentano. Un percorso di mobilitazione, quello della Sanità Privata bergamasca, iniziato l’1 dicembre presso l’Istituto Clinico Quarenghi di San Pellegrino Terme, il 19 dicembre al Policlinico San Marco di Zingonia-Osio Sotto e oggi qui, a Ponte San Pietro.

Le strutture sanitarie private sono una risorsa fondamentale per il territorio e per i cittadini. Si chiede con questi presidi anche a Regione Lombardia di farsi garante del percorso di rinnovo contrattuale e di non porre le condizioni per la coesistenza, in Sanità, di due realtà distinte e diverse: e cioè che non vi siano Professionisti della Salute di serie A e e di serie B. Inoltre riteniamo superato il metodo di calcolo delle cure alle persone malate in minuti per complessità di patologia e da questo numero, puramente matematico, si vadano a stabilire il personale necessario a coprire i turni nelle Unità Operative. Questo metodo produce gravi insufficienze di organico che influiscono sulla qualità delle cure offerte al cittadino e sulla salute e sul benessere degli stessi lavoratori che, sempre più, sono sottoposti a turni massacranti e carichi di lavoro estenuanti e gravosi.

Nelle varie strutture presenti sul territorio bergamasco si stanno raccogliendo le firme che verranno poi consegnate il prossimo 30 gennaio in Piazza Città di Lombardia, in un Presidio Regionale. Se la situazione di trattativa contrattuale non si sbloccherà e non procederà in avanti, ci vedremo costretti a ulteriori forme di protesta, fermando i Servizi di Diagnosi e Cura, portando queste lavoratrici e questi lavoratori sulle piazze, creando forti disagi ai cittadini ai quali chiediamo la massima comprensione e solidarietà per migliaia di lavoratori che, da ben 13 lunghi anni, non si vedono aumentare di 1 euro il proprio stipendio e non si rinnova la parte normativa di un Contratto di Lavoro che è ormai obsoleto.

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