Calano gli arrivi di migranti e profughi (lasciati – o respinti – sulla soglia del continente europeo) a seguito di nuove politiche migratorie sempre più restrittive. A ciò si aggiunge la drastica riduzione dei fondi destinati all’accoglienza prevista dal Governo. La conseguenza più immediata, anche nella provincia di Bergamo, è il rischio di perdere posti di lavoro. Lo denunciano, Fisascat Cisl e FP CGIL di Bergamo dopo aver incontrato la cooperativa Ruah, che annuncia una “riorganizzazione” del personale.
Necessità di una riorganizzazione interna
“Mentre si riduce in maniera netta l’accoglienza a profughi, migranti e transitanti su tutto il territorio nazionale a seguito delle nuove politiche adottate dal Governo in carica e mentre si prevede la riduzione dei fondi ad essa collegata, si è giunti anche nella nostra provincia a una grave situazione di difficoltà delle realtà sociali che operano in questo settore”. Così hanno spiegato la situazione Alessandro Locatelli di FISASCAT e Sara Pedrini per la FP. “Abbiamo avuto un incontro con la cooperativa Ruah, operante prevalentemente nell’ambito dell’accoglienza dei migranti. Ci ha illustrato le difficoltà che ha dovuto affrontare negli ultimi mesi per il mantenimento dell’occupazione dei propri lavoratori”. A fronte, infatti, sia della riduzione degli arrivi già in atto da qualche mese, sia delle scadenze a breve termine di appalti e convenzioni, che subiranno presumibilmente riduzioni se non addirittura mancati rinnovi per il taglio dei fondi, la cooperativa Ruah ha annunciato la necessità di una riorganizzazione interna.
Accordo sulla gestione iniziale della crisi
Si parla della chiusura di alcune comunità di accoglienza entro la fine del 2018. Una (quella di Castione della Presolana) è già stata chiusa. Verranno portati a scadenza i contratti di lavoro a tempo determinato senza successivo rinnovo, e verranno proposte ai lavoratori a tempo indeterminato sedi alternative. Dopo una fase di contrattazione, sindacati e Ruah sono giunti a un accordo sulla gestione iniziale della crisi: “Abbiamo concordato un Piano sociale che prevede un sostegno economico (rapportato all’anzianità di servizio e al contratto individuale) per i lavoratori interessati da questo mancato rinnovo contrattuale, nonché un’estensione del principio del diritto di priorità anche su eventuali nuove assunzioni a tempo determinato. La cooperativa si è impegnata a verificare con i propri lavoratori eventuali richieste di modifiche orarie o di riallocazione volontaria”. “È purtroppo prevedibile – proseguono i sindacalisti – che nei prossimi mesi possa essere necessario per la cooperativa in questione, come per altre realtà operanti nello stesso settore, realizzare ulteriori azioni di questo genere. Abbiamo chiesto di concordare preventivamente qualunque altra azione o modifica si dovesse rendere necessaria. Aggiungiamo un’ultima considerazione: oltre ai posti di lavoro a preoccuparci è anche il livello di qualità dei delicati servizi di accoglienza e di integrazione: se davvero si registreranno i tagli annunciati, cosa ne sarà delle buone prassi sperimentate sul nostro territorio?”.