No all’apertura dei centri a Natale!

Tutte le domeniche di dicembre… poi le festività infrasettimanali e, infine, Natale Santo Stefano e Capodanno. Le aperture festive di Orio Center sono state ufficializzate con un “dispaccio” rivolto a tutti i consorziati. E inizia a far infuriare. Per la prima volta nella nostra provincia si tenta di passare sopra anche al Natale ed al primo dell’anno che sono le Feste più sentite per la famiglia e gli affetti delle persone.

 

Passare sopra al Natale

Questo è troppo! … Eppure, per i sindacati rimane prioritario che si possa lavorare per un commercio che faccia convivere servizi, sviluppo, crescita e corretta concorrenza in una dimensione meno frenetica, più umana, più rispettosa delle esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori. Sostenere questo obiettivo significa anche rispettare e valorizzare il significato ed il valore sociale delle festività.

La presa di posizione dei sindacati

Mario Colleoni, Alberto Citerio e Maurizio Regazzoni, segretari generali di FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL e UILTUCS UIL di Bergamo, non hanno gradito la notizia delle aperture, anche se la tempesta era nell’aria da qualche giorno e si mettono in campo tutti gli strumenti utili a far cambiare idea ai Signori dell’OrioCenter ed altri emuli in provincia: i lavoratori dei negozi della galleria si sono fatti promotori di una raccolta firme sostenuta da Filcams, Fisascat e Uiltucs per chiedere di abbandonare l’idea di aperture natalizie.

La testimonianza di una lavoratrice

Abbiamo incontrato la disponibilità di molti colleghidice Maria, occupata presso un negozio di profumeria di OrioCentere molti altri hanno garantito che appoggeranno la nostra raccolta, che le categorie di CGIL CISL UIL hanno da subito sostenuto. Al tempo stesso, alcune decine di lavoratori ci hanno detto che hanno avuto il veto di firmare qualsiasi petizione…. Nei primi giorni, comunque, abbiamo raccolto diverse centinaia di firme, e fino a quando non avremmo assicurazioni che l’intenzione di aperture festive sarà definitivamente cancellata proseguiremo nella nostra azione”.

Verso un’azione unitaria

In questi giorni, continuano i sindacalisti, “stiamo predisponendo un’azione unitaria per sostenere l’iniziativa dei lavoratori di Orio Center e di tutti gli altri centri commerciali della provincia, che sull’onda del fratello maggiore si sentiranno autorizzati, se non costretti, a ampliare a dismisura ore e giornate di apertura”. “Come noto – proseguono Colleoni, Citerio e Regazzoni – la “liberalizzazione” degli orari introdotta nel 2011 con il Decreto “Salva Italia” ha eliminato ogni vincolo e regola in materia di orari commerciali, senza considerare gli effetti negativi che tale normativa ha prodotto su milioni di persone, in prevalenza donne, e sulle loro famiglie. E’ necessario affermano i tre che in parlamento si riprenda la discussione per porre fine ad una norma sbagliata ed ingiusta“.


Il commento di Alberto Citerio

Di cosa stiamo parlando? I sindacati non si ribellano ai cinema aperti nel giorno di Natale… ce ne guarderemmo bene. La libera impresa che fa il conto sulle proprie forze e non utilizza il lavoro subalterno in posizione di ricatto ci vede schierati al suo fianco…”

… Oriocenter avvisa che sarà aperto “solo cinema e area food”: stiamo parlando di migliaia di metri quadri, con decine di ristoranti, tutti con superfici importanti e ognuno con decine di dipendenti…

Ma il cinema, per noi, ha il botteghino dei pop corn, non decine di ristoranti e centinaia di dipendenti a disposizione (e contiamo che la galleria che separa cinema e ristoranti necessita di addetti alle pulizie, alla sorveglianza, alla manutenzione tecnica e tecnologica…).

Non si può chiamare cinema natalizio. Il cinema è un pretesto: alla fine saranno di più le persone che saranno obbligate a lavorare che i clienti che entreranno, ma serviranno a dimostrare che l’apertura era necessaria.

Inoltre tutti si dimenticano del 26 dicembre. E il 26 per noi è Natale, e una cosa così non era mai successa….Per questo ci siamo “sollevati”.

Ci giunge voce che Oriocenter si trinceri dietro le responsabilità di essere una struttura internazionale: ebbene, dovrebbe prima fare il conto di come si comportano negli altri paesi.

Il nostro sindacato ha spesso fatto la parte di ci urla nel deserto: i nostri annunci sono rimasti spesso inascoltati. Ma oggi facciamo i conti dell’estinzione dei negozi di vicinato. Tra poco dovremo pubblicare i necrologi dei cinema, che invece stavano riscoprendo una nuova giovinezza, il tutto alla faccia di un liberalismo che proprio non ci piace.


Alberto Citerio (Segretario Generale Fisascat Cisl Bergamo)

 

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