La Cisl Bergamo e i capitoli del nuovo welfare

Sostenitori di un welfare partecipato e condiviso dal basso”. Così Francesco Corna, segretario CISL di Bergamo, presenta il sindacato e l’attenzione nei confronti dell’evoluzione del welfare nel territorioper riflettere e declinare quali priorità di intervento, quali attori, quali reti, quali progetti e con quali risorse sia possibile attuarli Una tesi espressa al Centro Congressi “Papa Giovanni XXIII” di Bergamo al convegno “Welfare: quale futuro?”.

 

Verso un welfare provinciale

Un appuntamento dove il sindacato Cisl Bergamo ha voluto raccogliere istanze, esperienze e proposte per avviare un vero e proprio welfare provinciale. A partire da una situazione demografica che, non dissimile dal panorama nazionale, parla di una popolazione prossima all’invecchiamento e quindi “colpevole” di un poderoso innalzamento della spesa sociale, a discapito proprio delle generazioni future.

Le statistiche demografiche

In provincia di Bergamo (è emerso dall’intervento di Gian Carlo Blangiardo, docente alla Bicocca di Milano) vivono 1.109.933 residenti. L’età media è di 43,6 anni, l’aspettativa media di vita è di ulteriori 41,3 anni, di cui 2,1 anni in età di formazione, 22,6 anni in età da lavoro e 16,6 anni in età da pensione. In totale un patrimonio demografico di 45,8 milioni di anni-vita. Con un rapporto di 73,3 anni di pensione per ogni 100 anni di lavoro, a fronte di un rapporto di 29,1 residenti ultra 67enni per ogni 100 in età 20-66. Di fatto, dunque, un patrimonio di milioni di ore che potrebbe rivelarsi un danno se relazionato alla spesa sociale (pensioni, innanzitutto, poi assistenza) e agli equilibri di welfare.

Il rapporto fra pensione e anni di lavoro

Negli ultimi cinque anni, la provincia di Bergamo ha registrato 23.043 residenti in più, 1,4 anni in più di età media, 0,4 anni in meno di aspettativa media di vita. In media, mezzo milione di anni-vita in più, ma nel dettaglio 1,1 milioni di anni in più in età da pensione. “Il rapporto tra futuri anni di pensione per ogni 100 futuri anni di lavoro – avverte Blangiardo – è passato da 67,6 a 73,3, mentre il rapporto ultra 67enni per ogni 100 residenti in età 20-66 è salito da 25,7 a 29,1. L’Italia del futuro, e la Bergamo del futuro non fa eccezione, è vecchia e a carico di una popolazione giovane minoritaria”. Di fatto, non si è allungata la vita, ma la vecchiaia.

Cinque sfide demografiche

Il docente della Bicocca di Milano ha lanciato così, cinque sfide demografiche per tentare di uscire dal tunnel: recuperare il patrimonio demografico perduto rimettendo al centro la famiglia; rilanciare la natalità come investimento della società; passare dalla fase dell’accoglienza solidale alla valorizzazione di un’immigrazione socialmente inserita e sostenibile; non disperdere il giovane capitale umano, e raccontare correttamente la crisi demografica attraverso i media, per sensibilizzare la popolazione e ottenere consenso sui necessari interventi.

Le proposte della Cisl

La CISL, allora, propone un tavolo permanente per la famiglia con i distretti e i piani di zona; chiede una contrattazione aziendale basata su un welfare a favore della famiglia: bonus per asili e scuole, libri e assistenza sanitaria familiare. “La povertà assoluta in Italia – ha detto Corna nella relazione – è cresciuta passando dal 6,5% del 2005 al 7,8% del 2016 ed interessa 1.582.00 famiglie pari a 4.598.000 persone e la recente crisi non ha risparmiato il nostro territorio. Anche nella nostra provincia se analizziamo i dati Istat le persone in povertà sono circa 37.000 e se prendiamo ad esempio i dati dei centri ascolto Caritas di Bergamo vediamo che le persone che hanno chiesto aiuto sono aumentate notevolmente, nel 2008 ci sono state 19.000 richieste e nel 2016 sono state circa 52.000. La richiesta di pacchi alimentari da parte di italiani rappresentavano il 27% nel 2008 , nel 2016 rappresentavano il 43% e sono stati 5.333 le richieste di aiuto. Questo ci impone politiche ed interventi locali mirati che siano derivanti da una visione complessiva strategica delle politiche di welfare sul territorio”.

Un regime fiscale a sostegno della natalità

Quindi, la famiglia come nucleo solidale di individui che gratuitamente si sostengono reciprocamente è il primo nucleo fondante che costituisce la società. Questa famiglia più fragile e sempre più esile che ha nella scarsa natalità la maggiore criticità del nostro territorio. “Il nostro stato sociale ha sempre investito pochissimo sulle famiglie – ha concluso Ferdinando Piccinini, segretario generale della Cisl Bergamo -. Per affrontare questa sfida, non bastano misure parziali e bonus o interventi transitori. Servono politiche sociali nazionali che inseriscano un regime fiscale a sostegno della natalità, non più bonus, ma strutture in grado di fornire servizi. Ci si deve anche far carico della evidenza che ormai in Lombardia le cure diventino sempre più appannaggio di chi può permettersi di pagarle, con una discrezionalità di intervento del settore privato sempre più pressante”.

Incrementare la rete dei servizi

Le proposte della Cisl Bergamo comprendono sostegno e strutturalità ai finanziamenti per la contrattazione collettiva rivolta a istituti di conciliazione famiglia/lavoro; linee guida per accordi e/o patti territoriali con partenariato sociale per armonizzare i tempi e le esigenze dell’organizzazione del lavoro con i servizi del territorio e la loro accessibilità (sanità, sociale, istruzione, trasporti, uffici pubblici, ecc.); forme strutturali di riduzione dei costi di servizi alla prima infanzia.I piani di zona – ha ribadito il segretario CISL – devono prevedere politiche volte a favorire e sostenere la natalità, favorire e incrementare la rete dei servizi, in alternativa alla monetizzazione del bisogno”.

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