Edilizia, il rilancio con sette proposte

L’ottimismo generato dai dati Istat purtroppo non riguarda le costruzioni: nel 2017 gli occupati del settore diminuiscono ancora (-5,5% rispetto al 2016), con una perdita dall’inizio della crisi di ben 800 mila addetti, ed il valore aggiunto del settore è in controtendenza rispetto agli altri (-0,4%). L’edilizia, insomma, resta la cenerentola nel panorama economico nazionale, e questo nonostante le misure messe in campo dal Governo siano valide ed efficaci, almeno sulla carta. Di seguito 7 proposte in grado di rimettere in moto il settore ed il suo vasto indotto.

Incentivi

I diversi bonus funzionano, ma hanno un potenziale molto più elevato. Bisognerebbe renderli strutturati e più convenienti per chi li utilizza, riducendo il tempo per il rimborso o dando la possibilità ai cittadini di utilizzare subito il proprio credito, attraverso le banche o l’impresa che ha realizzato i lavori. Mettere in sicurezza edifici e territorio è certamente la “grande opera” più urgente ed importante per il Paese.

Infrastrutture

Il gap dell’Italia con l’Europa, e del sud del nostro Paese rispetto al nord, resta inaccettabile. È necessario far ripartire i cantieri fermi e mettere nero su bianco un progetto per ripensare la dotazione infrastrutturale nazionale.

Enti locali

Bisogna dotare gli Enti di personale qualificato e competente, in grado di utilizzare le molte opportunità di spesa. È inoltre necessario ridurre drasticamente le stazioni appaltanti.

Abusivismo

Non esiste abusivismo di necessità! Il governo dia un segnale forte: abbattere le costruzioni abusive, senza eccezioni. Sarebbe una grande lezione di legalità e giustizia sociale.

Regolarità e legalità

Le costruzioni restano uno dei settori in cui è più alta la presenza di infiltrazioni malavitose, c’è più pericolo per gli addetti (il 20% degli incidenti mortali sul lavoro avviene nei cantieri) e si registra la maggiore inosservanza di contratti e normative. Le nostre proposte: introduzione della Patente a punti, un sistema premiale per le imprese virtuose; maggiori controlli nei cantieri, per garantire il rispetto del contratto e l’applicazione del solo contratto dell’edilizia; ruolo maggiore affidato alla bilateralità ed agli Rlst, i rappresentanti per la sicurezza.

Pensioni

Necessarie norme per consentire a un numero maggiore di edili di andare in pensione prima, avviando così un salutare turn-over. Si consideri che il 33% delle vittime nei cantieri ha più di 55anni, eoltreil22% è ultra 60enne.

Contratto

Gli addetti del settore, un milione e mezzo, aspettano da più di un anno il rinnovo dei contratti. Le nostre controparti, a partire dall’Ance, riprendano quanto prima il confronto con i sindacati e si impegnino con senso di responsabilità alla stesura dei nuovi testi. In questi giorni sono in corso assemblee in tutti i luoghi di lavoro: se entro novembre non saranno rinnovati i contratti ci sarà la mobilitazione del settore. È arrivato davvero il momento di un impegno serio e fattivo da parte di tutti i soggetti per il rilancio delle costruzioni. Trascurare un settore che rappresenta ancora l’11% del Pil nazionale è semplicemente sbagliato ed irresponsabile.


dal Sole24Ore del 18 ottobre 2017

 

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