Allarme dei sindacati: “Attenzione alle casse improprie”

A prima vista i numeri sembrerebbero incoraggianti: nei primi mesi del 2017 il ricorso alla Cassa integrazione ordinaria a Bergamo è calato del 79% rispetto al primo quadrimestre dello scorso anno. Eppure, a uno sguardo più attento, c’è poco di cui rallegrarsi.

Cosa nascondono questi dati?

Una risposta arriva dai sindacati dei settori tessile e chimico: “Se osserviamo nel dettaglio i comparti da noi rappresentati, sembra emergere uno spaccato ancora più roseo: calo di richieste dell’86% per le aziende tessili, del 94% per quelle chimiche. Eppure, dietro a queste percentuali apparentemente positive, si nasconde un fenomeno preoccupante che mette in dubbio l’utilizzo stesso dello strumento della Cassa integrazione ordinaria, hanno commentato i segretari generali Pietro Allieri di FILCTEM-CGIL, Raffaele Salvatoni per FEMCA-CISL e Marco Zonca di UILTEC-UIL di Bergamo.

Respingimenti poco comprensibili

A seguito dell’entrata in vigore del Jobs Act e secondo quanto previsto da successive circolari applicative dell’INPS, alcune modifiche sostanziali hanno introdotto nuove modalità di rilascio dell’autorizzazione della Cassa. “I tempi d’attesa per l’autorizzazione si sono allungati in maniera sensibile, tanto che ancora oggi vi sono in giacenza richieste risalenti al 2016 – proseguono i tre sindacalisti -. Abbiamo assistito, poi, a respingimenti poco comprensibili. A fronte di un’incertezza autorizzativa, abbiamo riscontrato una progressiva rinuncia delle aziende ad inoltrare richieste di Cassa integrazione ordinaria e contemporaneamente un utilizzo di strumenti assolutamente impropri per affrontare i periodi di calo di attività, quali ad esempio l’anticipo di ferie non maturate e l’utilizzo di permessi non retribuiti. A indicare queste strade è la stessa Confindustria di Bergamo che, unica nel panorama lombardo, ha emesso una Circolare agli associati dove di fatto scoraggia il ricorso alla Cassa”.

L’atteggiamento rinunciatario di Confindustria Bergamo

CGIL, CISL e UIL, a livello confederale, si stanno attivando per chiedere un confronto sul tema con le istituzioni locali e i parlamentari eletti nel nostro territorio. Verrà anche chiesto un incontro di chiarimento con i vertici dell’INPS. “Invitiamo Confindustria di Bergamo – concludono i segretari di FEMCA FILCTEM e UILTEC – a scuotersi da questo atteggiamento rinunciatario e di muoversi con noi nell’interesse anche dei suoi associati, affinché la Cassa, che ricordiamo è finanziata da imprenditori e lavoratori dipendenti, torni ad essere lo strumento principale per coniugare le necessità di flessibilità e al contempo di salvaguardia dei livelli occupazionali”.

Potrebbe piacerti anche

Archivi

Categorie

Tags: ,

Altri post simili