La Cisl Bergamo e la Giornata della Memoria

Una grande affluenza di pubblico ha caratterizzato l’iniziativa organizzata da Cisl Bergamo, FNP Cisl Bergamo e Anteas di Bergamo-Alto Sebino con l’obiettivo di condividere con la popolazione dell’Alto Sebino i valori sempre vivi presenti nella “Giornata della memoria”. L’incontro avvenuto a Lovere il 25 gennaio non ha inteso in alcun modo essere fotocopia di un rito commemorativo.  Voleva, invece, avviare un recupero vero delle forze che si sono opposte allora agli orrori perpetrati dai totalitarismi: orrori che sono sempre in agguato e che continuano ad essere presenti sotto diverse forme.

E’ diventata quasi una banalità – ha scritto  il sociologo Bauman – affermare che i gruppi che perdono la loro memoria perdono anche la loro identità, che perdere il passato conduce a perdere il presente e il futuro. Se la posta in gioco è la preservazione di un gruppo, allora il successo o il fallimento di questo tentativo dipende dagli sforzi che sapremo impiegare per tenere viva la memoria”. […]” La rivitalizzazione del passato è un obiettivo che può essere raggiunto solo mediante l’opera attiva della memoria che sceglie, rielabora, ricicla. Ricordare è interpretare il passato, o, più correttamente, prendere posizione sul corso degli eventi passati”.

L’incontro grazie all’importante contributo del prof. Danilo Falsoni (disponibile a rivisitare per noi e a socializzare i tratti essenziali di “Se questo è un uomo” di Primo Levi) ha voluto sensibilizzare le nostre coscienze affinché siano vigili di fronte ai pericoli dell’irrazionalità e della banalità del male sempre in agguato nelle società attuali in trasformazione e farci assumere il ruolo di protagonisti nel rafforzamento della democrazia nella speranza di dare vita a nuove forme di dialogo e di solidarietà tra noi e tra tutti i popoli.

Un messaggio che potrà essere colto come un bisogno essenziale solo se saremo capaci di analizzare quanto sta accadendo in questi giorni, e tenere a mente come tutto sia mobile, provvisorio e, soprattutto, fragile: per questo occorre che da parte di tutti si concorra alla costruzione di un nuovo modello di sviluppo.
(a cura di Vincenzo d’Acunzo)

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