Centri per l’Impiego al limite del tracollo

Oltre 9 milioni di persone si servono degli oltre 500 Centri per l’Impiego diffusi sul territorio nazionale. A Bergamo la platea di quanti utilizzano i vecchi uffici di collocamento si può facilmente stimare in oltre 52.000 utenti, che periodicamente “visitano” le 10 strutture, gestite da 56 dipendenti, più altri 7 assegnati al Collocamento Mirato per Disabili (contro gli oltre 100 addetti della vicina Brescia).

Conflitto fra funzioni e competenze

Un servizio fondamentale, minato da provvedimenti sbagliati e risorse insufficienti”, dice Mario Gatti, segretario generale del sindacato FP CISL Bergamo. “Le criticità del sistema vanno ricercate nel conflitto di funzioni e competenze, nei finanziamenti insufficienti, nell’inadeguatezza delle strumentazioni e nell’assenza di prospettive del personale precario. Anche e soprattutto per questo CGIL CISL UIL hanno proclamato lo stato di agitazione di tutto il personale e la manifestazione nazionale del 7 novembre”. “A quasi due anni dalla riforma delle Province e da oltre un anno dall’inizio del riordino degli istituti del mercato del lavoro, la situazione in cui versano i Centri per l’Impiego, servizi fondamentali per le politiche attive del nostro paese, è al limite del tracollo”, afferma Gatti.

2000 precari senza prospettive per il futuro

“La scadenza del 31 dicembre di quest’anno delle convenzioni che garantiscono il finanziamento, e quindi il funzionamento dei Centri per l’impiego, e dei contratti a tempo determinato dei circa duemila precari che vi lavorano, senza nessuna prospettiva per il futuro, rende incerta la tenuta di questi servizi. A cui si aggiungono la drammatica situazione in cui versano le strutture, le strumentazioni ormai inadeguate, i finanziamenti insufficienti e in cronico ritardo e il conflitto di competenze e funzioni che si è determinato dopo la legge Delrio. Un servizio fondamentale per i cittadini ormai al collasso e che, ad oggi, è lasciato alla deriva dalle istituzioni coinvolte”.

La mobilitazione dei sindacati

Per queste ragioni, CGIL CISL UIL, a livello nazionale, metteranno in campo “tutte le iniziative necessarie per non disperdere il vasto panorama di professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori e per garantire la tenuta di servizi veramente di qualità per i cittadini. A partire dal presidio del 7 novembre andremo avanti con forza finché il governo non ci darà risposte adeguate a un quadro di estrema incertezza, qual è ad oggi quello dei centri per l’impiego, e non si attuerà una vera azione che tuteli questi servizi di importanza strategica per la crescita del paese, per i lavoratori e per i cittadini”.

A Bergamo un operatore per 931 utenti

Dal gennaio scorso a oggi, i Centri per l’Impiego della provincia di Bergamo hanno gestito 52.183 accessi; stipulato 30.000 patti di servizio (da aprile) in attuazione del decreto 150; attivato 1.173 tirocini, altri 600 tra Dote Lavoro e Garanzia Giovani; sono state istruite 739 pratiche per Lavoratori Socialmente Utili presentate dalle Pubbliche Amministrazioni; segnalati 1780 LSU e 750 ne sono stati assegnati agli enti locali. “Sono dati che fanno impallidire le stime che si fanno a livello nazionale – sentenzia Gatti -. Secondo un’indagine di Assolavoro, l’associazione delle Agenzie, diffusa qualche giorno fa, si scopre infatti che in media ogni addetto delle Agenzie per il lavoro riesce a trovare un’opportunità di impiego in un anno a 43 persone rispetto alle quattro alle quali riesce a procurarla ogni dipendente dei Centri per l’impiego. Ebbene a Bergamo, dove comunque denunciamo disagi e inadempienze, ogni operatore segue 931 utenti, e negli ultimi 8 mesi, 2523 interventi sono andati a buon fine (una media di 45 a testa)…meglio che nel privato, no?”.

Potrebbe piacerti anche

Archivi

Categorie

Tags: , ,

Altri post simili