Ccnl legno: salta la trattativa. Sciopero il 28 ottobre

Ieri 3 ottobre si è interrotta la trattativa per il rinnovo del CCNL LEGNO INDUSTRIA. Da oggi 4 ottobre e fino al 28 ottobre saranno programmate una serie di assemblee in tutti i luoghi di lavoro per spiegare ai lavoratori le ragioni di tali iniziative.

Mobilitazione contro le proposte indecenti

Con la trattativa interrotta, viene attuato il blocco delle ore di flessibilità e dello straordinario e lo sciopero nazionale di 8 ore fissato per venerdì 28 ottobre. La mobilitazione è la nostra risposta alle proposte indecenti avanzate questa mattina a Milano dalla controparte, secondo la quale i dipendenti del legno dovrebbero lavorare concedendo il massimo della flessibilità , lavorando anche il sabato e la domenica, con un aumento della quota di lavoratori precari con contratti a termine e in somministrazione, vanificando così la contrattazione di secondo livello. Inoltre, Federlegno propone un aumento salariale pari praticamente a zero euro e meccanismi annuali di verifica e restituzione. Ciò vuol dire che, qualora a livello nazionale il tasso di inflazione fosse inferiore a quello previsto dagli indicatori, i lavoratori si vedrebbero decurtare una somma dalla tranche di aumento programmata per l’anno successivo. Il rischio è che i lavoratori debbano restituire una parte dello stipendio, una follia senza precedenti.

La posizione irresponsabile di Federlegno

La richiesta economica che abbiamo avanzato a Federlegno è quanto ottenuto nei recenti rinnovi dei contratti di due settori simili, il cemento e il lapideo, gli aumenti sono stati rispettivamente di 90 e di 103 euro. Le condizioni del settore legno-arredo sono positive, è quindi impensabile avere aumenti al di sotto di queste cifre. Federlegno sta tenendo una posizione irresponsabile, in quanto “tiene” da più di 6 mesi tutti questi lavoratori senza contratto, dopo oltre 15 incontri e nonostante la piattaforma sindacale sia stata inviata alla controparte nei tempi previsti, vale a dire nel settembre 2015, quando mancavano ben sei mesi alla scadenza del contratto.

Lo sciopero a Bergamo

Anche sul territorio bergamasco è stato organizzato per il giorno della mobilitazione un presidio provinciale che si terrà davanti alla Novem Car di Bagnatica, dalle 5.30 alle 9 del mattino. Oltre alla Novem Car, le realtà più rilevanti del settore, che nella nostra provincia occupa oltre 5mila lavoratori, sono il Gruppo Minelli di Zogno, Riva di Sarnico, Foppapedretti di Grumello del Monte, Effegi spa Pallets di Brembate Sopra, Gamba srl di Azzano San Paolo, C.C.A.G. Crotti di Osio Sopra, Tino Sana di Almenno, Gruppo Scaglia e Arditi di Valbrembilla. La richiesta di 140 ore annue di flessibilità lavorando il sabato e la domenica (oltre alle 250 ore di straordinario a disposizione) e di poter far funzionare le fabbriche con il 65% di lavoratori precari, lo svuotamento della contrattazione aziendale, l’intenzione di non definire alcuna cifra di aumento salariale, ma solo il principio dei riallineamenti annuali di eventuali futuri aumenti testimoniano per FENEAL UIL, FILCA CISL e FILLEA CGIL la mancata volontà di sottoscrivere il Contratto collettivo nazionale di lavoro.


Il volantino dello sciopero

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