Lo sviluppo industriale sia al centro dell’agenda del Paese

“Occorre mettere al centro della agenda del Paese lo sviluppo, e in modo particolare lo sviluppo nel settore industriale. Nonostante la crisi, che in Italia è stata dura e continua ad esserlo il nostro Paese dopo la Germania è il secondo per capacità di produzione industriale in Europa. Abbiamo quindi potenzialità e capacità per recuperare tutti i punti di produzione industriale persi nella crisi, mettendo al centro l’innovazione, la ricerca, la contrattazione e la produttività”.

 

Investimenti per il rilancio del paese

E’ l’appello del segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, a conclusione del convegno “Occupiamoci di industria: le proposte della Cisl”, tenutosi il 18 luglio a Milano. Furlan ha chiesto di mettere accanto alle riforme istituzionali i temi della ripresa, gli investimenti che il Paese deve fare per rilanciare la produzione: banda larga e naturalmente anche infrastrutture. “Ma tutto questo non basta – ha sottolineato -. Ci vuole giustizia, certezza del diritto e tanta, tanta innovazione”. La Cisl, attraverso la contrattazione, farà la sua parte “fino in fondo”, ma il governo, ha detto Furlan, e anche le imprese, “devono investire, innanzitutto in innovazione e ricerca”.

Favorire la costruzione di filiere produttive

Aperto da una relazione del segretario confederale con delega all’industria, Giuseppe Farina, il convegno ha visto alternarsi dal palco gli interventi di ospiti di rilievo: Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico, Stefano Bonaccini, presidente Conferenza delle Regioni, Vincenzo Boccia, presidente Confindustria, Omar Eliano Lodesani, presidente comitato affari sindacali e del lavoro Abi. A loro Farina ha illustrato le proposte della Cisl per rilanciare il settore industriale, a partire da misure per favorire la crescita dimensionale delle imprese. “E’ un fattore decisivo per le prospettive di rilancio della nostra industria – ha detto Farina – e va quindi favorita la costruzione di filiere produttive collegate con le grandi catene globali del valore“.

Riforma delle banche e ricerca

Altro nodo è quello del credito: “Riteniamo che il sistema bancario europeo ed italiano – ha detto il segretario confederale Cisl – abbia bisogno in primo luogo di separare le attività di banca commerciale da quelle di banca d’investimento e di riappropriarsi di competenze industriali capaci di accompagnare i progetti di investimento delle imprese e i programmi di sviluppo dei territori”. Per la Cisl, una delle priorità è anche la necessità di “investire di più nella ricerca e nella creazione di diffuse e più qualificate competenze degli imprenditori, del management e dei lavoratori“.


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PER APPROFONDIRE:
1) La relazione definitiva
2) Il contributo delle categorie
3) Contributo del Centro Studi
4) Rassegna stampa

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