Aumentare la soglia del contante sviluppa il sommerso

E’ assurdo che sul provvedimento di aumento della soglia del contante che il governo si accinge a varare vi siano espressioni di taumaturgico rilancio dei consumi o di grande conquista di libertà. Non ci risulta che oggi in Italia vi sia gente comune che si sente frustrata perché ha una limitazione fino a 1.000 euro per acquistare un bene, anziché pagarlo con carta di credito o bancomat. Viceversa ai nostri sportelli la gente arriva perché non riesce a fare la spesa, perché non ha capacità di reddito, perché non c’è il lavoro, perché ha la pensione al minimo”.

Così Carlo Piarulli, presidente di ADICONSUM Lombardia, sul provvedimento di aumento di soglia del contante da 1.000 a 3.000 euro. “Il contante, in quanto mezzo anonimo e non tracciabile, alimenta la possibilità di sviluppare l’economia sommersa e quindi ridurne la quantità in circolazione, e non aumentarla, è una delle chiavi per la lotta all’evasione – aggiunge -. Non è un caso se dal 1° settembre in Francia il limite è esattamente 1.000 euro, “per rafforzare la lotta contro i circuiti finanziari illeciti che fanno ricorso a mezzi di pagamento anonimi» sostiene il governo francese”.

In Italia, sostiene ADICONSUM Lombardia, invece di cambiare le leggi che moltiplicano strettoie e balzelli, si mette il cittadino vessato nelle condizioni di utilizzare una scappatoia illecita. “Sono maturi i tempi per l’utilizzo diffuso della moneta elettronica – afferma Piarulli -. Incrementarla ha un impatto positivo sulla riduzione del sommerso e sull’evasione fiscale, oltre che sul costo della gestione del contante che è di 4 miliardi l’anno per il settore bancario e 8 miliardi anno per il sistema Paese”.

Utilizziamo quanto si spende per la gestione del contante – conclude il presidente di ADICONSUM Lombardia – nella direzione dell’alfabetizzazione digitale dei consumatori, nell’incentivare l’utilizzo della moneta elettronica (bancomat e carta di credito) che va sostenuto abbattendo i costi ai mini termini sia per il consumatore che per l’esercente”.

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