La situazione del mondo del lavoro nei dati dell’Inail

La relazione dell’istituto certifica l’andamento decrescente: 695.000 denunce di infortuni nel 2013, -7% rispetto all’anno precedente, -21% sul 2009. Ma le ispezioni in 23.677 aziende rivelano irregolarità nel 87,65% dei casi. In aumento le denunce di malattia: circa 51.900, 5.500 in più rispetto al 2012, + 47% rispetto al 2009.

ROMA – I reiterati e addolorati richiami del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ad agire affinché in Italia non si muoia per lavoro non sono stati vani. Anno dopo anno, nel nostro Paese stanno diminuendo gli infortuni sul posto di lavoro e soprattutto i decessi, addirittura al minimo storico, come certifica la relazione dell’Inail per il 2013 presentata alla Camera dal presidente dell’istituto Massimo De Felice. Ma una voce del documento evidenzia come ci sia ancora tanto da fare: nell’87,65% delle aziende ispezionate sono state riscontrate irregolarità nel rispetto delle norme.

Nel 2013 sono state registrate 695.000 denunce di infortuni. Rispetto al 2012 si ha una diminuzione di circa il 7%, il 21% in meno rispetto al 2009. Le morti accertate sul lavoro nel 2013 sono state 660, nuovo minimo storico, il livello più basso da quando è iniziata la rilevazione, ovvero dal 1954, ben 59 anni fa.

Gli infortuni riconosciuti sul lavoro sono poco meno di 460.000, di cui più del 18% “fuori dell’azienda”, cioè “con mezzo di trasporto” o “in itinere”. L’indice di sinistrosità mostra per gli infortuni sul lavoro, accaduti negli anni 2009-2011, un andamento lievemente decrescente, verso il livello di 2,4 ogni cento addetti esposti al rischio per un anno. I casi mortali si mantengono sotto quota quattro ogni 100 addetti.

Morti sul lavoro al minimo storico. Focalizzando l’attenzione sugli infortuni mortali, il calo rispetto al 2012, quando le denunce erano state 1.331, è ancora più confortante. Delle 1.175 denunce di infortunio mortale presentate nel 2013, gli infortuni accertati sul lavoro sono 660, di cui 376, quasi 57%, fuori dell’azienda. Anche se i 36 casi ancora in istruttoria fossero tutti riconosciuti come morte sul lavoro, si avrebbe comunque una riduzione del 17% rispetto al 2012 e addirittura del 32% rispetto al 2009. 

Giornate di inabilità. Gli infortuni sul lavoro hanno causato circa 11,5 milioni di giornate di inabilità con costo a carico dell’Inail: in media 81 giorni per infortuni che hanno provocato menomazioni e 20 giorni in assenza di menomazioni. 

In aumento denunce per malattia. Nel 2013 le denunce di malattia sono state circa 51.900 (5.500 in più rispetto al 2012), con un aumento di circa il 47% rispetto al 2009. Ne è stata riconosciuta la causa professionale al 38%, circa il 3% è ancora in istruttoria. Le denunce riguardano le malattie e non i soggetti ammalati, che sono circa 39.300, il 42% per causa professionale riconosciuta.

Morti in 376 per malattie da amianto. I lavoratori deceduti nel 2013 con riconoscimento di malattia professionale sono stati 1.475, quasi il 33% in meno rispetto al 2009, di cui 376 per patologie asbesto-correlate. L’analisi per classe di età mostra che il 62% dei casi è con età al decesso maggiore di 74 anni.

Controlli: irregolarità nell’87,65% delle aziende. Nel 2013 l’Inail ha effettuato controlli ispettivi in 23.677 aziende, il 68% del terziario e il 28% del settore industria, circa 700 in più rispetto allo scorso anno. Le aziende risultate irregolari sono state l’87,65%. I lavoratori regolarizzati nel complesso ammontano a 70.092, più del 31% rispetto al 2012 di cui 62.109 irregolari e 7.983 in nero, circa l’1% in meno rispetto all’anno precedente. Lo ha riferito il presidente dell’Inail, Massimo De Felice nella relazione annuale per il 2013.

I conti. Nel bilancio preconsuntivo presentato oggi alla Camera si legge che nel 2013 l’Inail ha incassato 10 miliardi e 111 milioni di euro, con un decremento di quasi il 5% delle entrate contributive rispetto al 2012. Le uscite di competenza sono state 9 miliardi e mezzo, con prestazioni istituzionali in lievissima diminuzione rispetto al 2012. Il risultato finanziario è stato quindi di 719 milioni e il risultato economico di circa un miliardo. L’avanzo patrimoniale ammonta a 5 miliardi e 17 milioni, mentre le riserve tecniche toccano i 27 miliardi. Il rendimento lordo del patrimonio immobiliare è stato nel 2013 di 4,24%, in miglioramento rispetto al 3,59% dello scorso anno.

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