Cisl Bergamo “Per la Formazione si deve fare di più”

La segreteria CISL di Bergamo non ci sta: le parole dell’assessore Capetti non sono piaciute al secondo piano di via Carnovali, da dove negli ultimi tempi sono partite più volte proposte e stimoli per dare nuovi impulsi alle politiche attive e alla formazione, aspetti che comunque necessitano anche a Bergamo di un ulteriore impulso e su questo la CISL condivide il segnale critico rivolto da Confindustria nei giorni scorsi.

A fianco di esperienze positive – interviene Giacomo Meloni, della segreteria CISL di Bergamo -, e che il sindacato ha sottoscritto assieme alla Provincia di Bergamo e con Organizzazioni Datoriali per la rioccupazione di personale in mobilità, abbiamo anche esperienze meno positive come nel caso della Valbrem o della Honegger, anche se non si perde mai occasione per sottolineare anche da parte delle istituzioni, quanto sia grave la situazione delle valli nella nostra provincia”.

Per il caso Valbrem, il sindacato ha più volte richiesto un piano di intervento che riguardasse l’intera valle Brembana. Per la Honegger, a oggi la ricollocazione ha riguardato poco più di 30 persone, circa il 10% del personale:  “E un dato che deve far riflettere tutti, e se alcune ragioni di natura personale possono aver inciso sulle scelte nella valutazione della possibile ricollocazione, è anche vero che, nel complesso è scarso il risultato ottenuto e di questo responsabilmente va ad oggi, preso atto”.

La formazione che pur si è fatta, e che ha visto nel tempo la partecipazione del 95% dei dipendenti, non sempre ha corrisposto infatti alle necessità del mercato del lavoro pur asfittico di questi anni.

Certamente – continua Meloni -, alta è l’incidenza della crisi, e non può assolutamente rassicurarci la lieve, per ora, ripresa della produzione: ci vuole altro per ridare speranza e lavoro ai 49.660 iscritti ai centro per l’impiego di Bergamo e provincia”.

A Bergamo una possibilità la può dare l’EXPO e l’avviso comune sottoscritto dalle parti sociali con Regione Lombardia, volto a promuovere attorno all’evento maggiori occasioni di occupazione anche tramite veri e propri accordi sindacali territoriali, e questa “è una opportunità che responsabilmente tutti i soggetti sociali, istituzionali e di impresa bergamasche non devono farsi sfuggire.

Come pure una opportunità, in continuità con gli accordi fatti con Confindustria,  la possono offrire i protocolli sottoscritti nel Marzo scorso per lo sviluppo del territorio e la nuova occupazione, rafforzando il ruolo sindacale e contrattuale per favorire l’incontro fra domanda e offerta di lavoro e le opportunità date e condivise sulla flessibilità, che ben si intreccia anche con le opportunità e possibilità sul versante EXPO”. 

La CISL ha dato la piena disponibilità ad avviare azioni concrete rivolte come nel passato a dare contributi e proposte affinché il pendolo fra occupazione e disoccupazione penda più a favore della prima.

La nuova dote unica lavoro e il Piano Garanzia giovani sono due ulteriori opportunità “da mettere in campo con convinzione, anche tramite la contrattazione aziendale e il protagonismo delle categorie presenti nei settori e aziende che, malgrado la difficile situazione e con fatica vedono possibilità di sviluppo e di occupazione”.

Per ultimo ma non in ordina di importanza, la CISL ritiene che sia tempo di pensare  e di agire sulla formazione in modo diverso dal passato, in ragione proprio delle esperienze non sempre positive maturate in questi anni, su almeno tre fronti: un maggior intreccio fra le azioni formative e i servizi al lavoro, i centri per l’impiego; rendere più vincolante in tema di politica attiva del lavoro il sostegno al reddito degli ammortizzatori sociali, con la formazione e la ricollocazione;  un investimento in ricerca sul modello di quello svolto da Excelsior, di quali mansioni all’interno dei settori in sviluppo nei prossimi anni  sono previste in crescita a Bergamo e provincia.

Quest’ultimo aspetto – conclude Meloni – permetterebbe di intrecciare una adeguata politica di formazione con le opportunità offerte dal mercato del lavoro, l’investimento necessario potrebbe vedere il contributo di pubblico e privato, indirizzando risorse pubbliche in modo meno dispersivo di quanto fatto nel passato su consulenze verso un osservatorio che ha dato scarsi se non nulli risultati occupazionali”.

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